Archivi categoria: Malpensa

Guenzani benedice il nuovo Masterplan

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Parking, via le sanzioni anti-abusivi. Il sindaco: così aiutiamo le imprese serie

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Parcheggi privati intorno a Malpensa “Sarà deregulation”

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Case Nuove, futuro legato all’aeroporto. Se ne parla in Commissione Territorio

Jimmy Pasin:

“La Commissione è finita da poco, poche le novità… Si andrà in Conferenza dei Servizi il 27 gennaio e poi si potrà arrivare alla ADOZIONE più o meno il mese successivo, poi, dopo le pubblicazioni ed i 60 giorni di tempo per presentare le osservazioni, si potrebbe andare al voto definitivo per l’APPROVAZIONE. Cosa non fattibile perché saremo già in campagna elettorale, così l’approvazione arriverà probabilmente dopo l’estate del 2015… Nessuno potrà presentare nulla prima di allora è così ci saremo persi la bella occasione di risistemare Case Nuove per l’EXPO…. Tutto questo perché dal 2009 questa Amministrazione è rimasta completamente ferma! Anzi no, su Case Nuove un passo l’ha pure fatto due anni fa, quando decise di BLOCCARLA COMPLETAMENTE in attesa del Piano che sta portando avanti adesso.

Dopo 10 anni dal “nostro” PRG si ritorna al punto di partenza: nessuna novità sulle possibili funzioni da insediare, nessuna novità sulle procedure da adottare (ci saranno ancora i Piani Attuativi), nessun nuovo GRANDE PROGETTO!!”
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Il “mosaico” delle case fantasma

(VARESE NEWS)
Si parla delle case divenute non abitabili perché esposte al rumore dell’aeroporto: come avverrà la vendita dei lotti? I terreni sono di proprietà pubblica, ma le aree sono un mosaico che comprende anche terreni ed edifici privati

Si avvicina il 2015 e la scadenza di Expo, indicata da Regione Lombardia come data entro cui avviare le demolizioni delle cosidette “aree delocalizzate”(divenute di proprietà pubblica). E man mano che l’operazione si avvicina, emerge anche qualche interrogativo: come saranno venduti i terreni dove oggi sorgono le “case delocalizzate”? E che ne sarà di quei terreni privati che stanno dentro ai grandi “lotti” di terreno acquisiti da Regione Lombardia?
Le “aree delocalizzate” sono state acquisite negli ultimi 10 anni da Regione Lombardia, che ha acquistato le case divenute “non abitabili” perché poste in zone troppo vicine all’aeroporto di Malpensa e troppo rumorose. Cosa ne sarà delle aree? La domanda la pone il consigliere comunale del Pd di Somma Lombardo Jimmy Pasin, che scrive direttamente all’assessore regionale al territorio Viviana Beccalossi: «Mi risulta – sintetizza Pasin nella lettera all’assessore regionale – che la logica di intervento sia stata conformata per “Lotti” omogenei sui quali intervenire, e così risulta dalle planimetrie che abbiamo avuto modo di vedere nelle Commissioni Consiliari. In questi Lotti,esistono però alcuni mappali che sono tuttora di proprietà private. In alcuni casi questi lotti vedono ancora la presenza di fabbricati. Ovviamente la demolizione riguarda unicamente edifici di proprietà pubblica, arrivati cioè ai Comuni attraverso le procedure legate alla delocalizzazione». A questo punto Pasin chiede di «chiarire se è intenzione dell’Amministrazione Regionale di mettere in vendita, una volta finiti i lavori di demolizione, i lotti così come disegnati in questa operazione, trovando quindi un accordo con i privati all’interno degli stessi lotti, oppure se acquisire in qualche modo anche i mappali privati all’interno dei lotti stessi per poi procedere alla vendita. Credo sia importante questo chiarimento per mettere in luce quale posizione si vuole avere nei confronti dei privati che sono stati coinvolti nei perimetri di quei lotti».

Pasin: sospendiamo le demolizioni e riflettiamo

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Terza Pista, il Ministero ufficializza il ritiro del Master Plan

(VARESE NEWS)

Enac, per conto di Sea, ha chiesto di fermare il progetto il 7 luglio scorso: la comunicazione della direzione del Minambiente chiude il procedimento

Il Ministero dell’Ambiente mette definitivamente la parola fine sul Masterplan Malpensa, il progetto di ampliamento dello scalo in discussione da anni, che comprende(va) la terza pista, un polo logistico e altre opere aeroportuali. La comunicazione definitiva di chiusura del procedimento di valutazione ambientale sul Masterplan porta la data 18 luglio, venerdì scorso. “Trattandosi di istanza di parte” (proposta da Enac per conto del gestore aeroportuale, Sea) prendendo atto del ritiro da parte del proponente “la stessa è da ritenersi archiviata”: queste poche righe finali concludono il percorso del Masterplan.

Un percorso che in realtà è stato lungo e anche accidentato, fatto di una proposta iniziale ma anche di successivi studi e modifiche. Il documento del Ministero ricostruisce anche questa storia, partendo dalla data di avvio dell’istruttoria di Valutazione d’Impatto Ambientale sul Masterplan, il 25 luglio del 2011: in quel momento, l’ipotesi da anni elaborata da parte di Sea con il sostegno di studi sul traffico aereo era diventata un progetto vero, sottoposto alla verifica ambientale. Nel documento conclusivo dell’istruttoria, il Ministero dell’Ambiente ricorda i pareri di Regione Piemonte e Lombardia (la prima espresse parere negativo, la seconda chiese integrazioni) e il confronto con Enac, proponente dell’intervento di ampliamento dello scalo, nel settembre 2012: dopo quella data, Enac e Sea a novembre integrarono il progetto con nuova documentazione, poi a marzo 2013 chiesero e ottennero la sospensione di sei mesi del progetto. A questo stop poi seguì la richiesta di un’altra sospensione di sei mesi, nel dicembre scorso, “al fine di poter consolidare il quadro strategico e di sviluppo infrastrutturale dello scalo milanese” (scriveva Enac). Una richiesta, quella di Sea ed Enac, che era stata però respinta dal Ministero: “È passato troppo tempo” ha però risposto in soldoni il ministero, a due anni e mezzo dall’avvio della procedura. E così si è arrivati all’ultima tappa, il 9 luglio appena passato: “Il quadro rappresentato nello studio […] appare oggi sostanzialmente cambiato, al punto tale da influenzare la stima degli impatti sul territorio”, scrive Enac. A questo poi si aggiungono “fattori esterni” che portano Sea ed Enac a rinunciare al progetto, di cui si discute da vent’anni. Se si dovrà fare la terza pista, si dovrà ricominciare da capo il percorso di Valutazione Ambientale.

Abbattimento case attorno a Malpensa. Pace in maggioranza

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I sostenitori della terza pista? “Devono delle scuse”

(VARESE NEWS)

Jimmy Pasin, del Pd di Somma, è sempre stato critico verso l’ampliamento dello scalo, per motivi ambientali ed economici. “Per 15 anni hanno fatto sognato un aeroporto da 50milioni di passeggeri, pagato con soldi pubblici

«”Su Malpensa vi dobbiamo delle scuse”». È il messaggio che secondo Jimmy Pasin, del Pd di Somma, dovrebbe venire dai vertici di Sea (in particolare quelli del passato),dopo il ritiro del MasterPlan Malpensa. Pasin è sempre stato duramente critico verso le scelte portate avanti dal progetto di ampliamento dell’aeroporto, con una contrarietà non solo per motivi ambientali, ma anche economici. «”Vi dobbiamo delle scuse” sono le parole che vorrei sentire dire da parte di alcuni personaggi alla popolazione residente dei Comuni limitrofi all’aeroporto, ai cittadini del Comune di Milano, agli Italiani ai quali sono stati chiesti dei soldi per realizzare una serie di operazioni finalizzate alla “grandissima Malpensa”, alle Amministrazioni locali che hanno pagato di tasca propria (dei propri cittadini), tutti gli studi per controdedurre la VIA presentata da SEA, ai comitati ed alle associazioni che hanno pagato di tasca propria e speso del tempo rubato magari alle proprie famiglie, per svelare le “false promesse” dello sviluppo dell’Aeroporto, ed anche a tanti singoli cittadini che si sono impegnati di persona, ma anche ai molti lavoratori illusi da quelle promesse, ed istigati a pensare che, o si arrivava a quel futuro, o si chiudeva l’aeroporto». Da parte di chi dovrebbero arrivare queste scuse? «Da parte della dirigenza della Sea (in parte oggi occupata in altri lavori, dopo aver preso ottime buonuscite) che ha, negli ultimi 15 anni, fatto voli pindarici su futuri radiosi da primo aeroporto del mondo (70 milioni di passeggeri) senza pensare a consolidare il lavoro che già aveva da parte di chi dichiarava che c’erano quelli CONTRO Malpensa, quelli che la volevano chiudere, mentre erano loro stessi, con le loro inefficienza, a portare l’Aeroporto al fallimento, nascondendosi dietro la promessa di ampliamenti impossibili da parte di molti espertoni, che dicevano “o Malpensa arriva a 50 milioni di passeggeri o si chiude”da parte di molti “studiosi” di molte università, pronti a dire che l’unica soluzione era la realizzazione dei progetti del Masterplan, appiattiti su quella posizione senza pensare di produrre uno straccio di idea alternativa (maggiormente fattibile) da parte di molti dirigenti politici il cui silenzio di allora e di oggi è lo specchio della loro vergogna da parte di chi, anche a livello locale, ha sempre voluto parlare di “aperture al dialogo” quando era chiaro che si stava parlando di “uffa”, di “povere” alzate per nascondere le incapacità di molti di gestire correttamente quello che già c’era».

E ora c’è chi chiede i danni. A Bonomi

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